Come la traduzione e il lavoro d’agenzia e di tutor influenzano la mia scrittura

Per mestiere traduco. In genere classici o narrativa inglese e americana (anche francese a volte). Ora mi sto occupando della traduzione di un manuale di self-help (in italiano di “auto-aiuto”, bruttissima definizione), per Newton Compton. Il titolo del manuale è Busy. Inutile dire che mi ci sono subito trovata in sintonia. Le mie giornate sono spesso frenetiche. PassoContinua a leggere “Come la traduzione e il lavoro d’agenzia e di tutor influenzano la mia scrittura”

L’uovo di cristallo, di Herbert George Wells

C’era, fino a un anno fa, un negozietto dall’aspetto piuttosto sudicio, vicino a Seven Dials, sopra il quale in lettere giallastre sbiadite dalle intemperie, si leggeva: “C. Cave, Naturalista e Commerciante in antichità”. Il contenuto della vetrina era curiosamente variegato. Annoverava zanne di elefante e un set incompleto di scacchi, perline e armi, una scatolaContinua a leggere “L’uovo di cristallo, di Herbert George Wells”

La casa stregata, di Lovecraft

Perfino nel più grande degli orrori l’ironia è di rado assente. A volte entra direttamente nella composizione degli eventi, mentre a volte si riferisce soltanto alla loro posizione fortuita tra persone e luoghi. Quest’ultimo tipo di ironia è splendidamente esemplificato da un caso verificatosi nell’antica città di Providence, dove Edgar Allan Poe spesso soggiornava allaContinua a leggere “La casa stregata, di Lovecraft”

Domenica in tre capi, di Charles Dickens

Ci sono poche cose da cui traggo un piacere maggiore del passeggiare per alcune delle prin­cipali vie di Londra in una bella domenica, in estate, e guardare i volti allegri dei gruppi viva­ci che le affollano. C’è qualcosa, perlomeno ai miei occhi, di estremamente piacevole nel generale desiderio, manifestato da parte delle classi più umiliContinua a leggere “Domenica in tre capi, di Charles Dickens”

Dracula, di Bram Stoker

Diario di Jonathan Harker (stenografato) 3 maggio, Bistritz. Partiti da Monaco alle 20.35 del primo maggio, giunti a Vienna il giorno seguente, di buon mattino; saremmo dovuti arrivare alle 6.46, ma il treno aveva un’ora di ritardo. Budapest sembra un luogo meraviglioso, da quanto ho potuto scorgere dal treno, e da quel poco che hoContinua a leggere “Dracula, di Bram Stoker”

Wide Sargasso Sea, di Jean Rhys

Ma dopo una capriola girai un’altra volta e riemersi senza fiato. Tia rise e mi disse che sembrava davvero che quella volta m’affogavo. Poi prese i soldi. “L’ho fatta” dissi quando riuscii a parlare ma lei scosse la testa. Non l’avevo fatta bene e oltretutto coi centesimi non si comprava molto. Perché la guardavo così?Continua a leggere “Wide Sargasso Sea, di Jean Rhys”

Una razza maledetta, di Elizabeth Gaskell

Nei secoli quattordicesimo, quindicesimo e sedicesimo uccidere un Cagot era considerato un reato al pari dell’eliminare fastidiosi parassiti. Un “vespaio di Cagots”, come riporta l’antica testimonianza, si radunò in un castello abbandonato di Mauvezin, intorno al milleseicento; e, di certo, non si resero vicini di casa molto piacevoli, dato che sembravano godersi la loro reputazioneContinua a leggere “Una razza maledetta, di Elizabeth Gaskell”

Hard Times, di Charles Dickens

“ORA, ciò che voglio è, Fatti. Insegnate a questi ragazzi e ragazze nient’altro che Fatti. Fatti, solo Fatti, servono in questa vita. Non coltivate altro, e sradicate tutto il resto. Si può formare la mente degli animali razionali soltanto sui Fatti: nient’altro sarà loro di una qualche utilità. Questo è il principio in base alContinua a leggere “Hard Times, di Charles Dickens”

Too Hot to Handle, di C. J. Anders – Dawson’s Creek

“Credetemi quando dico che esser tirato via dal compito ingrato di lavare a mano il pick-up di mio padre è un motivo sufficiente per essere qui a trascinarmi in mezzo a una palude d’erba insieme a voi due”, disse Pacey Witter ai suoi amici, Dawson Leery and Jen Lindley. “Ma solo per curiosità, dove stiamoContinua a leggere “Too Hot to Handle, di C. J. Anders – Dawson’s Creek”

Il ritratto di Dorian Gray, di Oscar Wilde

Lo studio era pieno dell’odore intenso delle rose, e quando la lieve brezza estiva s’agitava tra gli alberi del giardino giungeva dalla porta aperta la forte fragranza del lillà, o il profumo più delicato del biancospino rosa. Dall’angolo del divano di groppiere persiane su cui era sdraiato, fumando, com’era sua abitudine, innumerevoli sigarette, Lord HenryContinua a leggere “Il ritratto di Dorian Gray, di Oscar Wilde”