La scrivania e ciò che la circonda

scrivaniaParto da qui: la scrivania alla quale lavoro e ciò che la circonda, che fa parte del mio immaginario, che poi finisce anche in quello che scrivo. Fotografie dai viaggi che ho fatto, un bel poster sull’architettura delle case americane nei secoli (dallo stile coloniale al ranch, passando per il gotico…) e un’infografica a colori del primo romanzo che ho amato: Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald.

I libri a portata di mano sulla sinistra – che migrano da questa postazione alla libreria più grande dello studio, a seconda delle curiosità del momento, delle necessità di scrittura – e infine degli oggetti innecessari ma per me simbolici: le macchine da scrivere da collezione (una del 1946 e l’altra più moderna), la tavola rotonda delle decisioni e della convivialità (con la lampada che incombe e mi dice di non perderci troppo tempo), qualche candela e delle coperte belle spesse per i momenti in cui la creatività viaggia dalla sedia girevole al divano e non c’è verso di farla tornare in riga.

Parto da qui, non per raccontarvi di me in un esercizio di autocompiacimento, ma per prendere nota delle mie abitudini di lettura e scrittura, per rendermi consapevole dei meccanismi che mi portano a lavorare (e a latitare), delle esperienze estranee alla scrittura e che però la influenzano. Parto da qui, anche un po’ per raccontarvi, per riflettere sul fatto che la scrittura è un lavoro e in quanto tale ha bisogno di metodi. (Non parlo di tecniche, ma di metodi! E ognuno ha il suo.)

L’immagine di dove lavoro mi dona un senso di conclusione e di esplicito, come le parentesi di cui ho fatto largo uso in questo post, che ora concludo.

P.S. Le cadute di stile, gli errori, i tentativi, i cambi di programma, le contraddizioni fanno parte del metodo, perciò non fateci più di tanto caso navigando sul blog.

P.P.S. Se volete far parte in qualche modo di questo mio esperimento di diario di scrittura, non vi resta che commentare e entrerete, giocoforza, nei ragionamenti che mi porteranno a scrivere.

P.P.S. Mi piacciono le frasi spezzate, i p.s., gli incisi, i pezzi, le cose informi, perciò, suppongo, è questo quello che troverete: pezzi.

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