Il fustigatore interiore e la scrittura

Avere un fustigatore interiore – una voce che ti dice continuamente di lasciar perdere, che non sei in grado – è importante quando scrivi, ma devi anche avere il coraggio di metterlo a tacere quando l’urgenza di creare bussa alla porta.

Così ho ideato un metodo per dialogare con il mio.

Sono passata attraverso diversi tentativi falliti, prima. Ho tentato di fare la sua conoscenza dandogli sembianze ridicole, chessò, il muso di Peppa Pig, le zampe anteriori di un T-Rex, il corpo di Dumbo. In modo da non dovergli dare troppa importanza, ma a causa della mia incapacità di affidarmi alle apparenze, alla fine mi sono trovata a lottare con un costante rifiuto, il martello del dubbio. La mia vita da scribacchina era già abbastanza incidentata ma il fustigatore interiore era diventato l’ostacolo più difficile da superare. Così, a un certo punto mi sono detta: se non puoi sconfiggere quello che credi sia il nemico, perché non lo fai passare dalla tua parte?

Adesso mi concentro inizialmente sul mio corpo, sul movimento delle dita sulla tastiera e sul programma di scrittura che ho in precedenza pensato per la settimana, e porto a termine un passaggio alla volta. Poi mi appunto accanto alla pagina scritta i dubbi che il fustigatore proponeva mentre scrivevo.

Serve questa frase? Il ritmo non è troppo lento? Questo personaggio è davvero importante? Potresti dirlo un’altra volta? Non l’hai già detto troppe volte? Perché non scrivi come si deve? Le lascio lì a fermentare queste domande, per poi rivederle alla fine del lavoro e dialogare con lui. Così facendo non mi lascio prendere dal blocco della pagina bianca e al tempo stesso riesco a essere più obiettiva.

Ma questa è solo la fase iniziale perché il fustigatore ha la testa dura e vuole sempre aver ragione quando tento di rispondere alle domande. Perciò siamo rimasti d’accordo che quando una discussione si protrae troppo a lungo è meglio considerarla a mentre fredda, dopo un paio di mesi, se ci è concesso dalle tempistiche, o appena prima della consegna, quando i tempi sono stretti.

La cosa più importante che ho capito, alla fine, è che comunque vada, uno dei due avrà vinto o perso e questo mi rincuora, perché il lavoro a due quasi mai porta alla sconfitta di entrambi.

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