Domenica in tre capi su Satisfiction

da Satisfiction. Recensione di Nicola Vacca

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DOMENICA IN TRE CAPI

Charles Dickens è stato sempre affascinato dalla polemica. Nei suoi romanzi e nei suoi scritti non ha mai risparmiato critiche e frecciate costruttive  all’ipocrisia e al conformismo della società inglese del suo tempo.
Per la prima volta in traduzione italiana (a cura d Rossella Monaco) si può leggere Domenica in tre capi, un pamphlet politico indirizzato al Vescovo di Londra. Pubblicato sotto pseudonimo, lo scrittore prende posizione netta contro il sabbatarianesimo. In parlamento era stato reintrodotto un disegno di legge che prevedeva la rigida osservazione del Sabbath, il giorno festivo cristiano, che impediva qualsiasi tipo di svago e intrattenimento.
Gli effetti dell’istituzione di una simile legge avrebbero toccato, in maniera discriminatoria, le classi più umili della società inglese, con sanzioni e provvedimenti ingiusti.
Il vescovo era intervenuto in appoggio del provvedimento denunciando la “viziosa dipendenza delle classi più basse  della società alle escursioni domenicali”.
Dickens indignato fa sentire la sua voce e scrive il pamphlet con l’ironia del suo stile raccontando la domenica dai tre punti di vista: “Com’è”, “Come sarebbe dopo l’introduzione della legge sul Sabbath”, “Come potrebbe essere”.
Lo scrittore prende le difese di quel gran numero di persone che nel giorno di festa godono del’aria fresca e si svagano. Egli scrive di non comprendere dove possa esserci la dissoluzione o la dissipazione ipotizzata dagli ottenebrati e dagli ipocriti di ogni religione.
Così si scaglia apertamente contro l’idea di rendere un uomo sinceramente virtuoso attraverso il ministero dei gendarmi, e onestamente religioso sotto l’influenza delle sanzioni.
Dickens si indigna davanti a questo provvedimento bigotto e oscurantista che egli stesso definisce “un egregio esemplare di follia legislativa” e con straordinaria ironia si rivolge agli ottenebrati legislatori della domenica ricordando loro le parole di Gesù, i cui precetti sono abituati a stravolgere, ”La domenica è stata fatta per servire l’uomo, e non l’uomo per servire la domenica”.
Questo piccolo saggio, fino a oggi sconosciuto al lettore italiano, conferma la grandezza di Charles Dickens, scrittore e polemista di altissimo rango che ha saputo offrirci una panoramica della ricchezza e della complessità umana che può essere letta e apprezzata a livelli, tempi e latitudini diversi.

 

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