Quest’anno avevo la presunzione di un viaggio fuori dal comune, ma a agosto inoltrato, senza prenotazioni aeree per il Perù né viaggi organizzati a Malindi, ho dovuto cambiare programmi. Però in vacanza ci vado lo stesso, e sul mio bel telo Einaudi dedicato all’Isola del tesoro di Stevenson, leggerò Una casa alla fine del mondo di Michael Cunningham e Dirk Gently. Agenzia di investigazione olistica di Douglas Adams (sì, proprio quello di Guida galattica per gli autostoppisti).
Il libro di Cunningham è uno di quelli che attendono quieti quieti per mesi sugli scaffali della libreria, nello scomparto dedicato alle letture che vorrei fare per puro interesse personale, non professionale, e che puntualmente rimangono a prender polvere fino al primo giorno festivo utile. Soffierò sulle pagine, aprirò il bellissimo tascabile Bompiani con gli angoli arrotondati, e mi trasferirò dall’altra parte del mondo, o alla fine del mondo, che chissà poi dov’è (dipende da quale punto lo guardi, forse?). E quando sarò stanca di rimirare l’orlo sdrucito della nostra malsfruttata Terra, avrò sempre l’opportunità di tornare indietro nei giorni, grazie alla macchina del tempo di Dirk Gently. Agenzia di investigazione olistica, cercare altre estati, quelle che mi appartengono e quelle che non ho mai vissuto, in una “interconnessione fondamentale di tutte le cose”, e chissà che non riesca a farlo lo stesso questo viaggio fuori dal comune, alla fine.